Ovvero l'importanza di avere un Piano B.
Viviamo tutti in un mondo collegato e ricollegato a doppio, triplo filo.
Al punto che oggi sembra che un problema, anche dall'altra parte del globo, ci vada a toccare direttamente.
E naturalmente i problemi che sono in Europa ci toccano proprio nel vivo e, se si tratta di problemi economici, influiscono sui tassi che dobbiamo pagare per i nostri prestiti e mutui e sugli interessi che ricaviamo dai nostri risparmi.
Questo è il vero motivo per cui osserviamo con tanta attenzione quanto sta accadendo oggi nei vari paesi Europei ed in particolare in quelli sotto pressione finanziaria come la Grecia, il Portogallo, la Spagna...e l'Italia.
Sia Francia che Grecia hanno completato le loro elezioni politiche creando una nuova situazione da molti ritenuta fortemente instabile.
Dalla Grecia in particolare dopo queste elezioni le voci di chi vuole abbandonare il pianeta Euro si sono fatte più forti e numerose.
E del resto in un certo senso si potrebbe dire che il sentimento sia reciproco e che il resto dell'Europa ormai quasi incominci ad essere stanco di continuare a trattare con un paese che da un paio di millenni ha smesso di essere logico e coerente.
O, come ha detto l'autorevole Financial Times qualche giorno fa, parlando della situazione Ellenica....”L'Unione Europea ha fatto tutto quanto potesse fare per aiutare la Grecia. Se però in Grecia viene a mancare la volontà politica per continuare a fare parte dell'area dell'Euro, è del tutto inutile che la stessa Europa continui nei suoi sforzi. In questo caso l'Europa deve invece preparsi per una uscita dall'Eurozona (da parte della Grecia) uscita che oggi è diventata probabile anziche possibile.”
Sappiamo che in Febbraio la Grecia ha accettato il salvataggio da parte dell'Europa e del Fondo Monetario Internazionale e che si è impegnata ad approvare una serie di riforme.
Queste riforme dovrebbero essere approvate dal Parlamento Greco entro la fine del prossimo mese per permettere alla Grecia di incassare i fondi del salvataggio.
Ma al momento, dopo queste ultime elezioni, la Grecia è senza governo e non sembra possibile che si possa formare una coalizione per la formazione di un nuovo esecutivo.
Sembrano invece molto probabili nuove elezioni.
E' dunque possibile che le riforme non siano approvate entro i termini concordati e che i fondi di salvataggio vengano bloccati con tutte le catastrofiche conseguenze che questo comporterebbe.
Se poi veramente ci dovessero essere nuove elezioni non si può certo escludere la possibilità che i partiti che sono contro la forte austerità che l'Europa vuole imporre alla Grecia, vincano ulteriori voti acquisendo in questo modo un mandato elettorale ancora maggiormente autorevole per iniziare una decisa politica di sviluppo, di rifiuto dei tagli e di abbandono dell'Euro.
Se tutto questo dovesse accadere per l'Europa potrebbe anche non essere una cattiva notizia purchè le autorità Europee e la Banca Centrale Europea siano ben preparate ad intervenire con estrema decisione.
Preparate a inondare il mercato con illimitata liquidità, preparate a sostenere tutti gli altri Governi Europei che abbiano adottato le riforme concordate e soprattutto ad agire in maniera totalmente coordinata.
Sembra chiedere molto.
Ma se sino a pochi mesi fa tutte le Autorità Europee sostenevano che non esistava un piano dettagliato che prevedesse l'uscita di un paese dall'area dell'Euro, oggi sarebbe impensabile se fosse ancora così.
E che tutti continuassero a contare sul Piano A senza considerare che nella vita è sempre essenziale avere anche un Piano B...e magari anche C.
Corrado Colombini
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