Mentre l'economia dell'Eurozona sembra mostrare i primi segni di una debole ripresa, la disoccupazione, sempre in Eurozona, inizia a muoversi nella giusta direzione segnando un calo che la porta al 11,8%.
Stessa cosa non si può dire per il nostro paese che al momento viaggia in ostinata controtendenza con un livello di disoccupazione che dal 12% del Marzo 2013 oggi è arrivata al 12,7%, registrando un aumento negativo superato solo da Cipro e Olanda.
Secondo i dati appena diffusi da Eurostat la disoccupazione nella unione Europea (e quindi non solo Eurozona) ha subito un calo rispetto al Marzo 2013 ancora maggiore portandosi al 10,5%.
Anche parlando in termini di numeri assoluti si vedono alcuni dati positivi.
Il Numero dei disoccupati pare essere diminuito ripsetto allo scorso Dicembre di 66.000 unità nella UE e di 22.000 unità in Eurozona.
Mentre la diminuzione rispetto allo scorso Marzo è pari a 929.000 unità nella UE e a 316.000 unità in Eurozona.
Anche per quanto riguarda i giovani si può vedere un piccolo miglioramento con un tasso di disoccupazione pari al 23,7% per gli under 25 in Eurozona contro il più alto 24% registrato nel Marzo del 2013.
Parlando di valori assoluti la Grecia rimane sempre in testa alle classifiche con un tasso di disoccupazione del 26,7% e la Spagna segue a ruota con un tasso del 25,3%.
I paesi virtuosi sono la Germania con un tasso di solo 5,1% e il molto competitivo Regno Unito con un tasso del 6,8%.
Questi sono tassi veramente bassi, quasi fisiologici, che dimostrano come le due economie, quella Tedesca e quella Inglese, abbiano veramente saputo adattarsi ai forti cambiamenti causati dalla internazionalizzazione dei mercati.
Non si può certo dire questo dell'Italia che continua a parlare del suo articolo 18, che continua a stringere la possibilità di accesso al credito con le banche nazionali impegnate a comprare Titoli di Stato e a concedere solo il minimo possibile di prestiti, mutui e finanziamenti alle piccole e medie imprese, con le famiglie che continuano a tagliare la propria spesa e con la burocrazia sempre più Kafkiana che ormai sembra quasi essere accettata dalla maggior parte degli Italiani quasi fosse una cosa del tutto normale.
Corrado Colombini
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