Standard & Poor’s sembra pensare che dopo le imminenti elezioni politiche Italiane di questo mese ci possa essere un rallentamento nelle Riforme Strutturali di cui l'Italia ha estrema necessità.
Queste riforme, sempre secondo l'autorevole Agenzia di Rating, vengono ritenute di vitale importanza se il paese Italia vuole iniziare un percorso di crescita economica.
Secondo la
Redazione di Prestito.it non sembrano comunque enormemente significativi i passi fatti sulla strade delle riforme dallo stesso Governo Monti.
Infatti le uniche azioni veramente di rilievo vanno viste nelle nuove forme di tassazione, con la tanto criticata IMU in prima linea, mentre le pur buone intenzioni del Premier uscente sono state più che rallentate sia per quanto riguarda i tagli alla spesa pubblica sia per quanto riguarda l'implementazione di riforme strutturali.
Si deve sempre ricordare che lo stesso Monti ha sempre dovuto destreggiarsi alla ricerca del sostegno delle due forti coalizioni che lo sostenevano e senza le quali il suo Governo non sarebbe stato in grado di sopravvivere.
Quanto dice Standard & Poor’s è naturalmente molto semplice e logico.
Se la prossima competizione elettorale non produrrà un risultato netto, la situazione politica ed economica in Italia subirà certamente un peggioramento.
Va anche detto che difficilmente ci si possono aspettare riforme vitali come quelle sul lavoro da una possibile coalizione dominata da un partito di sinistra, da sempre troppo legato ai sindacati per poter esprimere una moderna riforma che renda veramente competitivo il paese Italia.
Anche la Cofindustria non profetizza rosee aspettative per il 2013, visto che ha appena abbassato le sue stime per la crescita dopo aver verificato un calo del PIL Italiano superiore alle aspettative durante il quarto trimestre 2012, a dimostrazione di quanto il quadro economico nazionale continui ad essere dominato da una debolezza ormai divenuta cronica.
Sempre secondo Standard & Poor’s i principali problemi che l'Italia troverà molto difficile da risolvere sono la riforma del mercato del lavoro (per renderlo meno rigido), l'eliminazione di una arcaica protezione nel settore dei servizi e la diminuzione del carico fiscale sulle persone ma soprattutto (per S&P) su lavoro e industria.
Rimane poi sempre sul tavolo il sistematico problema del Debito Pubblico Italiano sempre molto elevato (se non quasi fuori controllo).
Questo oggi viene tuttavia quasi visto come un problema minore rispetto alla necessità di una nuova crescita economica.
Unica nota positiva sembra essere l'avanzo primario messo a segno dall'Italia.
Nota positiva ma forse non destinata a durare se non si mettono in atto precise condizioni per la vitale crescita economica.
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